Lo scrittore Eraldo Affinati ci racconta Berlino. Presenta l'incontro la responsabile della biblioteca Graziella Scutellà.
Il libro: Berlino non si esaurisce di certo in se stessa: come la pietra scagliata nel lago, provoca innumerevoli increspature e rifrangenze che si propagano altrove. E' il rimbombo dello stivale nella notte. L'eco di un grido nel cortile. Le vibrazioni del terremoto. Alcune città europee custodiscono nel loro seno, alla maniera di un groviglio inestricabile,la risonanza che la capitale tedesca vi ha lasciato.
L'autore: fra i suoi libri ricordiamo Campo del sangue (1997), La città dei ragazzi (2008), Berlin (2009), Elogio del ripetente (2013). Insieme alla moglie, Anna Luce Lenzi, ha fondato la "Penny Wirton", una scuola di italiano per stranieri. Roma, Biblioteca Vaccheria Nardi, 12 marzo 2014.
Viaggio delle Biblioteche di Roma all'interno de "Il ratto d'Europa per una archeologia dei saperi comunitari", progetto culturale e teatrale ideato e diretto da Claudio Longhi e prodotto dal Teatro di Roma. Scrittori, intellettuali, musicisti, studiosi, scienziati e giornalisti, sul filo di suggestioni autobiografiche o di pagine della grande letteratura, di struggenti melodie musicali e di meravigliose trasfigurazioni artistiche, raccontano ciascuno uno spicchio e uno spaccato d'Europa. Il giro d'Europa in Ottanta giorni, comincia il lungo cammino nel vecchio continente partendo dalle Biblioteche di Roma e dal Teatro Argentina intrecciando, in maniera insolita, aneddoti, fatti, memorie. Cos'è rimasto dell'identità europea: una carta geografica? Un insieme di cancellerie agli ordini della Banca Centrale? Che cosa accomuna ancora i popoli all'interno dei confini delineati da carte geografiche in continuo movimento? Esiste un'identità europea? Con quali specificità culturali, sociali, economiche e… politiche? Il ratto d'Europa è un'avvincente inchiesta su questi e altri interrogativi, condotto da guide d'eccezione. "Il ratto d'Europa" è uno spettacolo sul Vecchio Continente, l'ideazione e la regia sono di Claudio Longhi, assistente alla regia Giacomo Pedini